Due arresti eccellenti, due multinazionali come Renault e Huawei, due storie da democrazia occidentale in tempi di aspra guerra commerciale. E speriamo solo quella: un ritorno alla guerra fredda Usa-Russia per la fine del trattato sul bando degli euromissili  annunciata dall’amministrazione Trump giusto quando la Nato sta per compiere i suoi 70 anni in aprile, sarebbe ancora più inquietante.

Riparto da Renault, seguendo la cronologia. Carlos Ghosn, il suo presidente nonché boss dell’alleanza con Nissan e Mitsubishi, viene arrestato a Tokyo il 19 novembre scorso. Da quel giorno è uscito dal carcere solo una volta per andare in tribunale, professare la sua innocenza ed essere nuovamente rinchiuso con nuove accuse. Tutte ruotano grosso modo su appropriazione indebita, frode, false comunicazioni alle autorità di borsa. Oggi non ricopre più nessuna carica.

Dal suo 41bis alla giapponese, Ghosn è riuscito a dire al quotidiano Nikkei una sola cosa: mi hanno fatto fuori perché volevo rafforzare l’Alleanza, s’intende dando ancora più potere a Renault. Nulla di cui stupirsi: l’alleato Nissan avrebbe fatto lo stesso, se avesse potuto. Ieri, oggi e domani.

Caso Huawei.  Meng Wanzhou, figlia del fondatore del colosso cinese di tlc e top manager della società, è stata arrestata in Canada lo scorso 6 dicembre. In carcere ha ricevuto ben 23 capi d’accusa, tra le quali frode bancaria e furto di tecnologia. E’ uscita (senza passaporto) su cauzione il 30 gennaio, gli Stati Uniti ne hanno richiesto l’estradizione, decisione il 6 marzo. Nel frattempo, trattano con la Cina sul complesso delle loro relazioni politico-commerciali, tenendo bene in vista questa sorta di pistola puntata alla tempia.

Huawei è avanti nella corsa mondiale al 5G, tecnologia chiave per primeggiare nel business internazionale, auto a guida autonoma comprese. Nei fatti, la società viene accusata di spionaggio da Trump, che preme sugli alleati europei perché lo seguano. Del resto gli americani di spionaggio se ne intendono, evidentemente lo hanno fatto anche loro.

Fermare la corsa di Huawei significherebbe avvantaggiare i concorrenti occidentali. Fermare la corsa di Renault significherebbe avvantaggiare Nissan. Basteranno un paio di manette?

La giustizia ordinaria deciderà se Ghosn e Meng sono colpevoli o innocenti.

Ma che questi due arresti – prolungati e con trattamento da boss della mafia per entrambi – abbiano le forme di una guerra per continuare la politica con altri mezzi, non me lo toglie nessuno dalla testa. Rileggiamoci von Clausewitz.

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