Mi viene quasi voglia di comprarla subito un’auto elettrica, anche se non saprei che farci. Per disperazione, intorno c’è troppo tifo feroce da stadio che proprio non serve.

Né il punto è se vincere o meno con un lancio millimetrico sui piedi dell’attaccante: dal 2035 l’Europa vieta la produzione di veicoli che non siano a emissioni zero allo scarico, con problemi di transizione enormi che coinvolgono il mondo del lavoro, la geopolitica nei rapporti con Cina e Stati Uniti, le aspettative sullo sviluppo della tecnologia, il potere d’acquisto dei cittadini, le nostre abitudini quotidiane.

Certo, un po’ bisogna crederci, la cosa è molto più grande di noi. L’auto elettrica non è un pranzo di gala, come ogni vera innovazione della storia dell’umanità. E non è nemmeno un oggetto di mobilità a batteria e basta, ma il simbolo di un complesso eco-sistema che deve accompagnare la trasformazione (uso il presente e non il futuro pour cause). Insomma, non è che si va in gol per una papera del portiere avversario per fischiarlo tutti insieme.

Mi viene quasi voglia di comprarmi subito qualcosa a zero emissioni, anche se so che la mia Vespa mi lascerebbe a piedi per vendetta. L’incentivo all’acquisto viene dai nuovi amici dell’auto elettrica, che le rovesciano contro pensieri e parole talmente indegne da far scattare un  sentimento opposto e altrettanto cieco. Nuovi amici che fanno male soprattutto a chi discute seriamente questa transizione, ponendo l’accento più sui no che sui sì e rischiando di trovarsi in compagnia sbagliata.

Che razza di amici. Il ministro Salvini che sulla tragedia del bus elettrico di Mestre parla a sproposito di pericolosità delle batterie (“nella logica trucista”, scrive bene il direttore del Foglio). Il generale Vannacci che schiera di fatto l’auto elettrica fra i “provvedimenti discutibili” che porteranno a “un degrado del benessere attuale in nome di un futuro che non conosciamo”. Il presidente Trump che agli operai di Detroit indica la transizione elettrica come “assassinio dell’industria automobilistica”.

Posso solo chiedere aiuto ai nostri saggi latini e tenermi la Vespa: “Dagli amici mi guardi Iddio che ai nemici ci penso io”.

@fpatfpat

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