C’è sempre una prima volta, ma non era mai successo nella storia che un presidente degli Stati Uniti partecipasse a un picchetto di operai in sciopero solidarizzando con loro. Lo ha fatto Joe Biden, che ha appena deciso di non ricandidarsi. Era il 26 settembre dell’anno scorso a Wayne, in Michigan, davanti a una fabbrica di Gm. Ed è parte dell‘eredità migliore che lascia a chi correrà al suo posto per la Casa Bianca.
A Wayne è stato un colpo da campagna elettorale, certamente, ma non solo: perché è stato Biden a varare il più grande piano di finanziamento per la transizione energetica, auto compresa, e a proteggere l’industria nazionale attraverso regole che esigono componenti made in Usa per non subire pesanti dazi doganali. Aveva già ricevuto un plauso da quel Michigan, lo stato di Detroit governato dalla Democratica Gretchen Whitmer (che ora qualcuno vorrebbe in ticket da vice con Kamala Harris), decisivo nel 2020 con i suoi voti per la sua elezione contro Donald Trump. Da allora, Biden è stato altro quattro volte a Detroit e questo la dice lunga su quanto sia ancora più cruciale lo Swing State dell’auto per il prossimo appuntamento elettorale, in cui i Democratici sono sotto nei sondaggi.
In testa un cappellino di Uaw, il sindacato dei metalmeccanici americani forte a Detroit e nelle fabbriche del nord del Paese, Biden si presentò a Wayne vestito in jeans e maglione blu. Spiccava in mezzo alle felpe e magliette rosse indossate dagli operai e dal capo di Uaw Shawn Fain. Clamorose le sue parole gridate dentro a un megafono: “Meritate aumenti salariali”, sostenendo che l’industria deve condividere parte dei profitti stellari fatti in quell’anno di post Covid.
Biden entrò a gamba tesa a fianco degli operai in sciopero dal 15 settembre – ci resteranno per sei settimane, altra prima volta dopo ben 88 anni – per chiedere retribuzioni migliori dopo i sacrifici fatti nel 2009, quando per salvare l’industria di Detroit Gm finì in bancarotta controllata, Chrysler ceduta alla Fiat di Sergio Marchionne e molti lavoratori persero il posto rinunciando in alcuni casi anche al diritto di sciopero.
Biden ha sostenuto Uaw, uscito vittorioso dal confronto con le Big Three con un 25% di aumenti salariali, accompagnando con una montagna di miliardi di dollari la transizione energetica, mettendosi a fianco anche degli impegni industriali e finanziari di Gm, Ford e Stellantis sull’auto elettrica.
Prima ancora di farsi riprendere con un megafono in mano, il presidente aveva lanciato un piano di investimenti da 1.200 miliardi in dieci anni, di cui 369 da iniettare nell’Inflation Reduction Act per la transizione energetica e fonti rinnovabili. Significano fra le tante cose credito d’imposta e incentivi per famiglie e imprese, favorendo il made in Usa con una serie di regole sull’origine delle componenti auto.
Una sorta di politica industriale con altri mezzi, incentivando a investire in fabbriche negli Stati Uniti per competere alla pari sul secondo mercato dell’auto del mondo. Un modo anche per spiazzare quell’America First di Donald Trump, che nel Michigan arrivò infuriato il giorno seguente di Biden, a caccia di un elettorato che non ha mai amato i Repubblicani, e che rilanciò la sfida con parole riecheggiate adesso alla convention di Milwaukee: “Quando viene tra voi fingendo di essere un lavoratore in sciopero, ricordatevi che sta vendendo i vostri posti di lavoro in Cina”.
(English version)
Biden, the Positive Legacy of the U.S. Auto Industry
There’s always a first time, but it had never happened in history that a U.S. president participated in a picket line of striking workers in solidarity with them. Joe Biden did it, who has just decided not to run for re-election. It was September 26 of last year in Wayne, Michigan, in front of a GM factory. And it’s part of the best legacy he leaves to whoever runs in his place for the White House.
In Wayne, it was certainly a campaign move, but not only that: Biden was the one who launched the largest funding plan for the energy transition, including cars, and protected the national industry through rules that require components made in the USA to avoid heavy customs duties. He had already received praise from that Michigan, the state of Detroit governed by Democrat Gretchen Whitmer (whom some now want as a vice-presidential candidate with Kamala Harris), decisive in 2020 with its votes for his election against Donald Trump. Since then, Biden has been to Detroit four more times, and this speaks volumes about how crucial the auto Swing State is for the next election, where Democrats are trailing in the polls.
Wearing a UAW cap, the American metalworkers’ union strong in Detroit and the northern factories, Biden appeared in Wayne dressed in jeans and a blue sweater. He stood out among the red sweatshirts and t-shirts worn by the workers and UAW leader Shawn Fain. His words shouted through a megaphone were remarkable: “You deserve pay raises,” asserting that the industry must share some of the stellar profits made in that post-Covid year.
Biden stepped in alongside the workers on strike since September 15 — they would remain on strike for six weeks, another first in 88 years — to demand better pay after the sacrifices made in 2009, when to save Detroit’s industry, GM went into controlled bankruptcy, Chrysler was sold to Fiat under Sergio Marchionne, and many workers lost their jobs, sometimes even giving up the right to strike.
Biden supported the UAW, which emerged victorious from the confrontation with the Big Three with a 25% pay raise, accompanying the energy transition with billions of dollars, also siding with the industrial and financial commitments of GM, Ford, and Stellantis on electric cars.
Before being filmed with a megaphone in hand, the president had launched a $1.2 trillion investment plan over ten years, of which $369 billion was injected into the Inflation Reduction Act for the energy transition and renewable sources. This means, among other things, tax credits and incentives for families and businesses, favoring made in the USA with a series of rules on the origin of auto components.
A sort of industrial policy by other means, incentivizing investments in U.S. factories to compete on an equal footing in the world’s second-largest car market. Also, a way to outmaneuver Donald Trump’s America First, who arrived in Michigan the day after Biden, hunting for an electorate that has never loved Republicans, and who reiterated the challenge with words echoed now at the Milwaukee convention: “When he comes among you pretending to be a striking worker, remember that he is selling your jobs to China.”