Domenica scorsa, poco prima di consumare il rito della partita di calcio, ho avuto la fortuna e l’accortezza di carpire dal tg di Sky che era in corso il quinto set della finale degli Australian Open. Non ho esitato un attimo a sintonizzarmi sul canale che stava trasmettendo il match: Federer contro Nadal. Un classico degli ultimi dieci anni di tennis che il tempo che passa ha avuto la clemenza di ripresentare, spingendo la memoria ad altri duelli epici che di questo sport hanno fatto la storia: Borg-McEnroe, McEnroe-Lendl, Becker-Edberg, Sampras-Agassi.

La fatica di allenamenti spinti all’esaurimento fisico contro la grazia di un talento infinito, le martellate da fondo campo contro i colpi giocati d’anticipo, la forza e l’eleganza. Non è certamente un caso che gli uomini di marketing di Kia e Mercedes abbiano individuato negli ultimi titani del mondo della racchetta (teniamo per un attimo da parte il fenomeno Djokovic, già ingaggiato da Peugeot, che dalla sua ha ancora molti anni di carriera al top) gli alfieri dei loro valori.

Le capacità meccaniche e la voglia di emergere con grinta hanno portato alle nozze tra i coreani e il maiorchino; eleganza e valore della tradizione hanno spinto naturalmente la stella dei tedeschi sul volto dello svizzero, campione senza tempo come le vetture di Stoccarda. Dove si sarà festeggiato non poco proprio mentre il presidente e Ceo di Kia Motors Australia, Mr. Cho, faceva il discorso di chiusura della manifestazione dovendo rendere omaggio al campione scelto dai tedeschi a suon di milioni di euro. Con buona pace della manifestazione e di Rafa Nadal, per sponsorizzare i quali Kia non ha certo badato a spese.

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