Tre milioni e quattrocentomila auto richiamate da sei costruttori in tre continenti la settimana scorsa; un milione e ottocentomila auto coreane pochi giorni prima; altri 4 milioni negli ultimi cinque mesi. Il controllo delle agenzie di sicurezza e degli stessi consumatori sulla qualità delle vetture sta diventando sempre più serrato anno dopo anno. Un tempo non lontano bisognava spulciare negli Usa i bollettini del ministero per vedere se la propria auto era stata oggetto di un recente richiamo. Poi è arrivato l’obbligo di notificare ai clienti. Oggi basta spendere un dollaro per acquistare un’app che vi tiene regolarmente aggiornati. E’ ovvio che i numeri in queste condizioni sono destinati a crescere, senza che necessariamente si traducano in un peggioramento della qualità di produzione e di assemblaggio. Non sono i difetti a crescere, ma la percezione che ne abbiamo, e la capacità di comunicarli.
Detto questo, è inutile cercare di stilare classifiche tra chi è costretto a farne ricorso, in cerca di vincitori e vinti. La storia degli ultimi anni ci ha insegnato che nessuno può scagliare la prima pietra, e che chi si vanta di costruire con meno difetti (Toyota, e in genere la case giapponesi), può all’improvviso essere costretto a salire sulla gogna ed esporsi all’indignazione dei consumatori. A ben vedere, i richiami oggi, più che una cartina al tornasole della qualità iniziale, sono diventati un metro di misura della cultura commerciale delle singole aziende, e servono a definire chi sa considerarli un punto di partenza per la riscossa, doloroso e oneroso che sia, e chi invece si pone in un atteggiamento di sfida, e cerca di combatterli.
Molti degli automobilisti spesso sono ignari del problema che la loro auto ha al momento in cui viene ordinato il richiamo. Per molti, essere chiamati in concessionaria per una riparazione gratuita è una piacevole sorpresa, un segno di rispetto che può generare riconoscenza e fedeltà. I problemi sorgono quando la disputa sulle responsabilità diventa di dominio pubblico, e nel frattempo magari sale il numero degli incidenti. Può sembrare un paradosso, ma più l’azienda coopera e si fa promotrice dell’inchiesta, meglio esegue il richiamo, e più si sottrae al giudizio di fallibilità che accompagna la vicenda. E’ proprio il caso di dire: un richiamo allunga la vita. Commerciale ovviamente.
[…] state limate a tal punto da renderla totalmente inefficace, come si è visto in occasione delle campagne più clamorose degli ultimi anni: l’acceleratore difettoso delle Toyota o l’airbag assassino della […]