Leggo come voi l’ultimo post qui pubblicato da Francesco Paternò – ripreso dal sito di Quattroruote e poi da quello de Il Fatto Quotidiano – sugli incentivi FCA per chi dà in permuta una Volkswagen, e mi viene da sorridere. Ma veramente a Torino pensano che 500€ in più siano sufficienti a convincere un cliente a cambiare la propria Volkswagen per una Fiat?
Evidentemente, dalla campagna di dieci anni fa voluta da Marchionne in cui Fiat ringraziava ironicamente la concorrenza (“Danke, Merci, Arigato, ecc.”, ve la ricordate?), poco o niente è cambiato nell’atteggiamento degli uomini di marketing di Mirafiori. Purtroppo per loro, il ‘cross-selling’ tra Volkswagen e Fiat è pressoché inesistente, nel senso che coloro i quali  acquistano una Volkswagen quasi mai considerano una Fiat.
Altri sono i marchi affini, ma a costoro consigliamo di non essere troppo aggressivi nei confronti di Volkswagen. La prossima volta potrebbe – è  già successo – toccare a loro, e comunque molto meglio parlare al cliente delle qualità del proprio prodotto, piuttosto che denigrare quello della concorrenza.
In ogni caso, il marchio tedesco è forte (per non parlare di Audi, mentre Seat e Skoda in Italia hanno inspiegabilmente una quota di mercato da prefisso telefonico) e tale rimarrà nonostante le attuali vicende. Il che significa che, nel momento in cui verrà trovata una soluzione per il software incriminato, e Volkswagen Italia presumibilmente darà un incentivo alla propria rete per accelerare il ‘sell-out’ delle migliaia Euro 5 in stock, queste macchine si venderanno eccome. Perché tra una Volkswagen Euro 5 a un prezzo più accessibile e una Fiat Euro 6 a un prezzo scontato, molti clienti continueranno a preferire la prima.
La situazione non è diversa nel resto dell’Europa, dove il marchio Volkswagen gode di un’alta considerazione in tutti i segmenti di mercato, che da anni si traduce in una quota che è quasi il doppio del secondo concorrente (Ford). Semmai potrebbe esserci un problema derivante dal deterioramento dei valori residui di quei modelli Euro 5 che montano il diesel EA189, ma anche in questo caso le conseguenze sarebbero finanziarie (nel senso che sarà Volkswagen ad assorbire la differenza, non certo il cliente) piuttosto che commerciali.
Insomma, alla fine questa storia costerà a Volkswagen un sacco di soldi e la costringerà a tagliare investimenti e costi fissi (alcuni sostengono che sarà perfino costretta a vendere uno o più marchi), ma non per questo il brand uscirà dalla ‘shopping list’ dei clienti europei.
Altra storia negli Stati Uniti, dove il marchio era fragile ancor prima che esplodesse il caso del ‘defeat device’. Secondo Michelle Krebs, un’analista di Autotrader.com, le ricerche di mercato effettuate dopo lo scandalo evidenziano che più della metà degli intervistati nutre una totale sfiducia nei confronti di Volkswagen.
That eventually will find its way to sales,” ha dichiarato la Krebs, alla quale ha timidamente replicato Mark McNabb, direttore generale di Volkswagen America, dicendo che “the company would continue to work diligently to regain trust and confidence in our brand”.
In verità, sappiamo tutti che ci vorranno anni prima che ciò accada. E che il sogno di Piech e Winterkorn di fare di Volkswagen il più grande gruppo automobilistico mondiale per ora è svanito.
Commenti
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    Ho trovato il suo articolo piuttosto interessante ma vorrei porle una domanda: a prescindere dalla promozione FCA, come mai lei crede che in Europa il gruppo VAG non subirà un calo rilevante in termini di vendite per effetto del “Dieselgate” ? In fondo Volkswagen ha truffato non solo le varie agenzie ambientali ma anche i suoi stessi clienti che, per quanto fedeli e affezionati, si sentiranno a mio avviso quanto meno ingannati e raggirati. Di conseguenza sono portato a pensare che, per logica, ad un calo di fiducia nel Gruppo, derivi una diminuzione nelle vendite dei rispettivi marchi. Detto ciò spero di essermi spiegato correttamente e di ottenere una sua risposta. Cordiali saluti.

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    Risposta da parte di Lepouquitousse:
    Tecnicamente, in Europa VW non ha truffato nessuno, e comunque è tale la considerazione che il marchio ha rispetto alla concorrenza che anche se perdesse qualche cliente che si sente ingannato non ci sarebbe un impatto rilevante sui volumi. Sempre che la questione del software venga risolta presto e senza compromessi, s’intende.

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    Ringrazio innanzitutto entrambi per le cortesi risposte. Vorrei però chiedere un ulteriore chiarimento, non capisco infatti perché “tecnicamente in Europa VW non ha truffato nessuno”.
    P.S. @Paternò, seguo con passione Carblogger.it e da quando lo conosco non mi perdo un articolo, oltre ad averne letti numerosi precedenti 😉

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    “Tecnicamente, in Europa VW non ha truffato nessuno…” è da vedersi… 1. i motori EA189 senza la TRUFFA del software nella centralina non sono omologabili sotto la normative Euro5 quindi di fatto sono/sarebbero stati invendibili 2. in molti paesi europei (Francia, Spagna ma anche Italia se andiamo indietro nel tempo) esistono incentivi che sono legati al livello di CO2, non è chiaro che livello di emissioni di CO2 abbia il motore EA189 una volta rimappata la centralina per rispettare i limiti Euro5 (che oggi non rispetta) 3. ok il valore percepito del marchio in Europa, ma di fatto chi ha acquistato un motore EA189 ha acquistato non un bene difettoso ma un bene non conforme, quindi questi veicoli, ad oggi, andrebbero ritirati dal mercato e ne drovrebbe essere impedita la circolazione fino a soluzione trovata (se mai esista) per farli rientrare nei parametric Euro5. Vorrei poi vedere i possessori di cotanta tracotante tecnologia teutonica come si comporterebbero e che considerazione del marchio avrebbero se fosse impedita loro l’uso di quelle vetture per cui hanno speso un capitale…

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