Buona notizia: l’Italia per la prima volta ha un Piano Nazionale per l’ “Industria 4.0”. Meno buona: vi arriva con un certo ritardo, circa tre anni, rispetto alle grandi potenze economiche.
Vendita, mobilità, servizi. Sono le aree principali nelle quali l’avvento del digitale è tangibile e sotto gli occhi di tutti. Meno visibile è la rivoluzione che sta avvenendo dietro le quinte, nella produzione di un’auto e dei suoi componenti. Gli studiosi la chiamano quarta rivoluzione industriale, quella dell’industria 4.0, dove digitale e innovazione cambiano i modelli fino ad ora utilizzati.
Nasce la figura dell’ “operaio aggiunto”, brutta definizione per indicare un minor sforzo fisico durante il lavoro e un maggiore apporto di pensiero.Il Piano è frutto di un’indagine conoscitiva della X Commissione – Attività produttive, che ha visitato tra le altre, anche la fabbrica Porsche di Zuffenhausen, tra le più digitalizzate della Germania.
In Germania “Industry 4.0” è un vero e proprio brand che raccoglie istituzioni, aziende e Digital Innovations Hubs. Alla base vi è una collaborazione tra i vari attori, che non si limita a una comunicazione diretta tra le varie linee produttive sparse per il mondo, ma arriva a una connessione tra tutte le imprese coinvolte nella creazione e produzione di un’auto.
Un esempio è il rapporto tra Porsche e i suoi fornitori, tra cui Brembo. I sistemi informatici delle due aziende sono collegati tramite internet (con una velocità di connessione in Italia di 150MB/s). Ciò permette una sincronizzazione pressoché istantanea dei programmi produttivi, che si ripercuote a cascata anche sui fornitori. Risparmio di tempo, personalizzazione per il cliente senza lunghe attese, eliminazione del magazzino, riduzione del capitale circolante e una risoluzione dei problemi più rapida in fase produttiva, ad esempio il guasto di un macchinario.
Affinché ciò avvenga sono fondamentali tre cose: formazione, “svecchiamento” delle macchine lavorative (età media di 13 anni) e la presenza di infrastrutture abilitanti (connessioni veloci e stabili). 13 miliardi di euro nella legge di Bilancio della scorsa settimana, che si aggiungono ai 7 miliardi destinati alla banda larga, fondamentale anche per il dialogo tra le vetture, che invieranno alle case e ai fornitori dati in tempo reale riguardo i parametri dell’auto.
Resta un nodo da sciogliere, quello occupazionale. Il Wolrd Economic Forum stima una perdita di 7.1 milioni posti di lavoro da qui al 2020. Altri studi stimano una potenziale creazione di 10 milioni di posti in altri settori. Per lavorare nell’industria automobilistica 4.0 sarà fondamentale una formazione informatica e meccatronica.
Sarà, ma la quarta rivoluzione industriale tra i tanti risparmi, avrà un costo sociale non indifferente visto che l’innovazione corre molto più veloce della formazione.
[…] che vede la collaborazione di Daimler, Bmw, Volkswagen e altre realtà inferiori. Ma, come detto in questo altro post, la rivoluzione prevede anche cambiamenti nella produzione di un’auto e dei suoi […]