E’ ormai chiaro che Toninelli, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, va difeso innanzitutto da se stesso. Compito immane per qualsiasi bravo pr o sofisticato spin doctor. Il lungo elenco di gaffes, innocue se non facesse il ministro della Repubblica, le ha messe in fila qui l’Espresso. Io resto innamorato di quella del picnic sul nuovo ponte. Inarrivabile, a 45 metri d’altezza.

L’ultima è di domenica. Toninelli si mette al volante di una macchina con la mia amica Maria Leitner per Tg2 Motori, trasmissione seguitissima (qui il video), e davanti alla telecamera spiega quanto sia a favore della mobilità sostenibile e dell’auto elettrica. Cavalli (stanchi) di battaglia del Movimento 5S perché, a dirla tutta, oggi gli incentivi governativi penalizzano semmai l’ibrido.

Subito dopo Toninelli aggiunge di avere a casa una vecchia Golf a Gpl con “bombolone” e di aver appena comprato con la moglie una Jeep Compass diesel. Diesel? La brava Maria fa il suo lavoro e non sbaglia: “Domani siamo su tutti i giornali, ministro!”.

Detto e fatto. Ecco un Toninelli descritto quasi bipolare, elettrico e a gasolio, tanto che si sente costretto a scrivere su Facebook a sua difesa che il suv diesel l’ha comprato per risparmiare. Ma può essere accusato di comportarsi come quasi tutti gli abitanti di questo paese? Perché mai? Meglio sarebbe se non facesse il ministro, come quasi tutti gli abitanti di questo paese. Lo sostengo per questione di competenza e giudizio politico, my view.

Sono per un cambio radicale di mobilità a favore dell’elettrico, giro in Vespa quattro tempi a benzina Euro3. Non faccio il ministro.

Commenti
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    Devo dire che un articolo come questo rafforza la mia convinzione di trovarmi davanti ad una pochezza di idee imbarazzante. Dal parte del “giornalista” chiaramente, non del ministro.

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