Al luna park amavo e temevo le montagne russe. Mai saputo perché fossero chiamate così: da piccolo non avevo Google. Poi da grande le ho temute e basta, ma certo non quanto le tema oggi il ceo di Renault Luca de Meo. Che proprio la fortuna non lo aiuta, pur essendo un audace.
Il gruppo francese potrebbe perdere il controllo di AvtoVaz, il costruttore russo noto da noi soprattutto per le Lada, di cui detiene i due terzi dal 2016. Mosca ha minacciato la nazionalizzazione come ritorsione verso quelle aziende che in nome delle sanzioni occidentali hanno fermato il loro business in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.
AvtoVaz vale per Renault 2,2 miliardi di euro, più o meno un terzo dell’attuale capitalizzazione del gruppo. Una ritirata di Russia, ha detto de Meo ai suoi dipendenti, creerebbe una “situazione molto complessa”. Tradotto: come se un vagone deragliasse alla prossima curva parabolica.
All’inizio della guerra e al contrario di molte multinazionali, il costruttore ha proseguito nella sua attività in Russia, d’intesa – devo pensare – con il governo francese suo primo azionista. Ma bruscamente è stato costretto allo stop (insieme a Macron in campagna elettorale) dall’appello del presidente ucraino, che ha accusato in pubblico Renault, Leroy Merlin e Auchan di badare ai loro affari infischiandosene dell’invasione. Un errore grave di valutazione a Parigi, di fronte a ciò che viene considerata una sorta di nuovo scontro di civiltà, dittatura contro democrazia.
Sulle montagne russe de Meo sale alla fine del 2019, quando accetta l’offerta di diventare numero uno di Renault da luglio 2020, trattenuto per sei mesi dal gruppo Volkswagen per cui lavorava dal 2009. Va, sapendo che il gruppo Renault è in grossi guai dopo la fine dell’impero di Ghosn. Bella sfida, non sa (come tutti noi) del Covid-19. Pandemia mondiale.
Così de Meo chiude il 2020 con 8 miliardi di perdite. E se alla fine dello stesso anno gli effetti di questa tragedia sanitaria rallentano (o almeno non ci sono lockdown), avanzano quelli di un’altra crisi mai vista sui mercati, la penuria di microchip. Dalle montagne russe lui comunque saluta con la mano restando sorridente: nel 2021 firma un bilancio del gruppo Renault con 888 milioni di utili.
Curiosa coincidenza numerica, vero? Sembra il gioco dell’otto. E’ noto tuttavia che si fa anche del marketing nei consigli di amministrazione: ricordatevi l’8, messaggio subliminale per sottolineare quanto si è stati bravi.
Ma de Meo non fa in tempo a rimettere sui binari il gruppo Renault annunciando risultati e outlook credibili il 18 febbraio 2022 che il 24 la Russia invade l’Ucraina. AvtoVaz lo espone come nessun altro costruttore al mondo.
A questo punto, spero che dalla sua parte ci possa essere almeno la migliore interpretazione esoterica del numero 8. Nei Tarocchi è il numero della Giustizia. Nella mitologia cinese è il numero degli Immortali. Nella numerologia è il simbolo dell’equilibrio cosmico (vabbè…). Certo, montagne russe significano anche ottovolante. Dove oggi de Meo sfreccia in un tratto a testa in giù.
[…] un cambio di missione: non centrare in fronte Renault che nel frattempo si stava riprendendo (da quasi 8 miliardi di perdite a 888 milioni di utili) ma far sfruttare al gigante rinfrancato la nomea di […]