2035, al governo noi abbiamo Pichetto, la Germania i Grünen. Il voto sulla fine delle endotermiche è stato rinviato soltanto perché la Germania con tutta la sua industria dell’auto deve avere per quella data sia l’elettrico che i carburanti sintetici. Porsche, in sintesi. Uber alles, altro che “vittoria” di un governo spiaggiato sui balneari.

2035, nulla sarà più come prima ma molto sarà ancora come è adesso. Non è che il parco circolante mondiale fatto da veicoli endotermici scomparirà fra dodici anni. Il problema, a forza di rinviare con un calcio al barattolo, sarà semmai il ritardo nella sostenibilità globale con cui arriveremo – anche nell’auto – al cambio di marcia.

2035, nell’attesa dei Grünen sogno il 1973 (perché avevo i pantaloni corti) e mi emoziono con i Pink Floyd, che a marzo di cinquant’anni fa uscivano dagli studi di Abbey Road con “The Dark Side of the Moon”. Come nell’auto: nulla sarà più come prima. Ma non è che il resto del rock è scomparso.

“I’ve been mad for fucking years, absolutely years, been over the edge for yonks/Sono stato pazzo per un sacco d’anni del cazzo, anni interi, sono stato oltre il limite per un sacco di tempo”. Speak to me” brano d’apertura sembra parlare di noi, del nostro allegro inquinare andando sempre un po’ oltre. Una vera pazzia, per come i cambiamenti climatici ci si manifestano adesso nel quotidiano – una eccessiva turbolenza in volo, il sole che ti squaglia in autunno, un fiume in secca in pieno inverno.

2035, il voto bulgaro prevarrà prima o poi nello stop alle endotermiche ma non quello dell’annunciata astensione del governo di Sofia, perché sarà tutta Europa a votare a favore del provvedimento nell’irrilevanza italo-polacca. “New car, caviar, four star daydream, Think I’ll buy me a football team/Auto nuova, caviale, sogni a occhi aperti a quattro stelle, credo che mi comprerò una squadra di calcio”. Non vi sembra che Money” anticipi qualcosa che assomiglia a quanto è accaduto in Italia fra anni ’80 e berlusconismo?

2035, il lato oscuro dell’auto è darsi una data per cambiare sperando di non essere noi a gestirla, anzi meglio spostarla più avanti possibile perché nel business contano solo le trimestrali.  “There’s someone in my head but it’s not me/C’è qualcuno nella mia testa ma non sono io”. Brain Damage”, mi sa che i Pink Floyd parlano ancora di noi.

2035, eppure per quella data e anzi in anticipo la maggior parte dei marchi europei hanno già programmato di diventare solo elettrici, per cui non intendono darsi la zappa, anzi il cric sui piedi. “Every year is getting shorter, never seem to find the time/Ogni giorno diventa più corto, sembra di non riuscire mai a trovare il tempo”, cantano i Pink Floyd in “Time”. Sì, abbiamo tutti lo stesso problema.

La cazzata è piuttosto Euro7, proseguimento di una certa politica incompetente con altri mezzi. E trovo magnifico che i manager con cui parlo usino questa espressione a proposito di improbabili ripensamenti di Bruxelles in corso d’opera sul 2035: “Il treno è partito”. Il treno!

2035, oggi è domenica ecologica e allora mi tocca andare in bicicletta (controvoglia come nel 1973, per chi c’era). Esco e la chiedo al garagista straniero dall’inglese nativo che mi fa venire in mente Gerry O’ Driscoll, l’usciere degli studi di Abbey Road utilizzato come altri dai Pink Floyd per legare i brani con dei parlati, gli spoken words. Le parole di Gerry sono le ultime di un disco che ha cambiato la storia della musica: “There is no dark side of the moon really. Matter of fact it’s all dark./A dire il vero non c’è un lato oscuro della luna. In realtà è tutta scura”. Aspettando i Grünen.

@fpatfpat

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