Le lettrici mi perdoneranno se utilizzo per Citroen la metafora di George Sand (almeno era francese anche lei) che ha poi ispirato la battaglia al “glass ceiling”, barriera invisibile di disparità con cui viene limitato il successo dell’universo femminile. Un soffitto giustamente da rompere, come ha fatto il marchio francese in nome di tutte le auto elettriche fin qui discriminate da prezzi  troppo alti in relazione alle equivalenti con motori termici (dovrò chiedere scusa anche alla Sand, che assunse uno pseudonimo maschile per essere presa più sul serio sul mercato editoriale).

Citroen rompe il tetto di cristallo lanciando la ë-C3, prima auto a zero emissioni sotto i 25mila euro in Europa. Mi sembra se ne sia parlato poco, forse perché non si parla d’altro che di invasione di auto cinesi a basso costo. A meno c’era già la Dacia Spring, ma è più piccola: con ë-C3 siamo nel cuore del segmento B intorno ai quattro metri di lunghezza, il principale in Italia e almeno nell’elettrico probabilmente in crescita in Europa per la sua inedita accessibilità (il prezzo è sempre un modo per farsi prendere più sul serio sul mercato).

Sia chiaro, Citroen ë-C3 non è rivoluzione anche se francese, e Carlos Tavares numero uno di Stellantis cui appartiene Citroen, non è per spirito innovativo André Citroen, innamorato pazzo da bambino di Jules Verne. La Citroen ë-C3 ha stile crossover perché così fan tutti (ciaone alla forma berlina cinque porte), ha una piattaforma non dedicata sulla quale vengono prodotti anche modelli con motori termici e sfrutta una economia di scala at large essendo prodotta – oltre che nella Repubblica Ceca per l’Europa – in India. Però qui da noi con altri componenti, mi ha giurato a quattr’occhi il boss di Citroen Thierry Koskas l’estate scorsa a Parigi, credo temendo una diminutio nella comunicazione ai consumatori europei (svelamento in anteprima con obbligo di non poterne scrivere fino all’ufficialità dello scorso 17 ottobre, come si usa in una industria che dà corretta importanza al ballon d’essai).

Insomma, Citroen ë-C3 apre un nuovo corso delle elettriche, grazie a prezzi destinati piano piano a scendere contestualmente a una diminuzione dei costi di produzione delle batterie? L’auto potrebbe essere la bandiera di una tendenza, di sicuro è un passo avanti per una transizione ancora in salita. E occhio a Volvo, tutta un’altra storia essendo un marchio premium sebbene di proprietà cinese Geely: EX30, il primo baby suv della sua storia, è elettrico con prezzo sbandierato da 35.900 euro, identico a quello della Fiat 600e che premium non è (in genere diffido delle bandiere da avanti popolo, ma chissà).

Da 23.900 euro, Citroen ë-C3 costa meno della MG4, oggi concorrente diretta e di successo costruita in Cina e venduta dal marchio inglese, 100 anni di storia l’anno prossimo sebbene di proprietà cinese Saic. Rotto questo cristallo e bruciando i rivali di Pechino, seguiranno nel corso del 2024 con prezzi sotto i 25mila euro un modello Opel, uno Fiat, uno Volkswagen. Forse anche la nuova Renault 5 o forse la successiva (2025) Renault 4, con Volkswagen e Citroen che si sono già impegnate per successivi modelli entro 20mila euro (dico 25mila euro prezzo accessibile in quanto si tratta di auto a batteria, ma in questi tempi di crisi rimane comunque un costo molto importante per una famiglia normale).

Poi c’è il caso Tesla Model 2 (da 25mila dollari) se così si chiamerà. Un caso, perché da brava americana sarà più grande anche se la più piccola della gamma e perché sarebbe stata salvata per un pelo dallo stop di Elon Musk, che dopo averla messa in pausa per due anni stava quasi per cancellarla, in alternativa a un modello completamente a guida autonoma (questo almeno è quanto raccontano i suoi al biografo del capo, pare convinto last minute da un design stile Cybetruck: “Quando una di queste sbucherà da dietro l’angolo la gente penserà che venga dal futuro”).

PS “Glass ceiling”, restituisco a Marilyn Loden ciò che è di Marilyn: Mi sembrava che esistesse una barriera invisibile ai progressi, una barriera che la gente neanche vedeva”.

@fpatfpat

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