Ricordate la prima Renault Twingo commercializzata giusto 30 anni fa? E’ stata un colpo di genio. La notizia: lo sarà di nuovo in un nuovo mondo che non ha nulla a che fare con quello di allora.
Dunque, prima Renault Twingo. In 3,43 metri di lunghezza (si fa per dire) aveva lo spazio interno di una ammiraglia con una capacità di carico nel bagagliaio di 261 litri (185 quelli di una Fiat 500 di oggi più lunga di 24 centimetri). Nessun miracolo: merito di una architettura monovolume mai applicata prima in occidente a una minicar. Infatti a Parigi la chiamavano Espace bébé, dalla sorellona più grande. Ed è stata un’auto di successo perché non somigliava proprio a nessun’altra con quella sua aria da fumetto.
La prima Renault Twingo fu un coniglio dal cilindro che tirò fuori Patrick le Quément, il capo del centro stile. Aveva carta bianca per contratto, firmato dal presidente Raymond Lévy che l’aveva assunto “dopo aver presentato la mia candidatura undici volte”, mi raccontò una volta il designer a casa sua poco dopo essere andato in pensione.
E quello stile originale? “Dissi a Lévy: design istintivo piuttosto che marketing estintivo! Ricordo che alla presentazione di Twingo avevo citato ‘Il Piccolo Principe’ di Saint-Exupéry: lì dove si dice che questo libro non è scritto per bambini in quanto tali, ma per adulti che vogliono conservare l’animo da bambino”.
Ebbene, 30 anni dopo che sembrano mille se pensiamo ai nostri smartphone in tasca o all’intelligenza artificiale di ChatGPT (il suo creatore Sam Altman fatto improvvisamente fuori mi fa pensare al destino di Steve Jobs), la Renault Twingo ritorna. Dico quella di le Quément e non le anonime successive, quella prima opportunamente rivista per le normative sull’omologazione (chissà che le diano anche qualche centimetro e due portiere in più) con sotto il vestito della festa un motore solamente a zero emissioni e clamorose promesse di efficienza Del resto, mai una Twingo ha avuto un diesel.
La versione di Renault: concept adesso, su strada nel 2025 con prezzo sotto i 20mila euro. Missione: “Democratizzare l’elettrico”, tenere botta ai cinesi (cui nell’auto mancano soltanto storie come questa) e solleticare memoria ed emozioni perché forse è vero che non si inventa più nulla.
La nuova Renault Twingo Legend (giusto tributo, che poi il secondo nome rimanga all’anagrafe si vedrà) è stato il coniglio dal cilindro tirato fuori questa volta dal ceo del gruppo francese Luca de Meo allo svelamento di strategia e squadra di Ampere.
Cambiano i tempi, ma è come se de Meo avesse rovesciato le parole di Quément per la Twingo di ritorno: marketing istintivo e design estintivo! (altro stile è annullato). Bien joué.