Tesla Model S

Il Wall Street Journal torna a picchiare duro sullla Tesla. Alla vigilia dell’apertura di oggi del Detroit Auto Show, evento ancora una volta snobbato dall’azienda californiana, il quotidiano americano prende spunto da quanto avvenuto al CES di Las Vegas per scrivere, “Tesla could be shocked by competitors”.

Secondo l’articolo, l’arrivo della nuova Chevrolet Bolt elettrica potrebbe creare non pochi problemi a Tesla. La Bolt verrà lanciata negli Stati Uniti entro la fine dell’anno a un prezzo, al netto degli incentivi, di circa 30 mila dollari. Una rivale in più per la Model 3, la compatta di Tesla destinata ad arrivare invece a fine 2017 con un listino a partire da 35 mila dollari.

I colleghi americani ricordano poi anche la strategia sull’elettrico dell’altro concorrente Ford: 4,5 miliardi di dollari di investimento da qui al 2020 per l’elettrificazione dei veicoli, 2,1 milioni di dollari per il centro di ricerca sulle batterie dell’Università del Michigan e lancio di 13 nuove elettriche o ibride plug-in, sempre entro il 2020. Roba da far tremare i polsi a Elon Musk. Almeno per il Wall Street Journal.

In realtà a me non sembra. Mi sbaglierò, ma da sempre l’allargamento dell’offerta, in particolare sulle nuove tecnologie, porta a un aumento della domanda. Non solo. E’ chiaro come Tesla giochi una partita completamente diversa da quella di Ford e GM: i californiani sono stati bravi a costruire la forza e l’esclusività di un marchio e ora possono puntare (futura compatta compresa) al mercato premium.

Difficile dire la stessa cosa per le due industrie di Detroit. Tesla produce auto di nicchia, Ford e GM puntano al mass market. La Bolt non è male, forse è anche costruita meglio di una Tesla, il fascino e la desiderabilità però di un prodotto sono altra cosa. Ford e GM, pur di catturare consensi corrono al CES e saranno protagoniste tra qualche ora al Detroit Auto Show, Tesla non ne ha bisogno. Elon Musk può dormire tranquillo.

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