Nel garage di Marchionne, alle 5 del mattino, lui e John Elkann si sono detti un sacco di cose, fra obiettivi del piano Fca 2018 (“la cosa più importante”), forget Mary e altro di cui non è lecito sapere. I due, ha spiegato Marchionne, hanno preparato così la conferenza stampa poi tenuta alle 8,30 (14.30 in Italia) in una sala del Cobo Center, dove è in corso il Salone dell’auto di Detroit.  Ma cosa hanno riferito di quella riunione in garage, luogo che in America evoca start up miliardarie, Steve Jobs e i suoi fratelli?

Nessun colpo di genio. Marchionne ha detto cose già sentite –  gli obiettivi del piano 2018 confermati oggi sono solo quelli finanziari e non della produzione (“che v’importa come li facciamo?”), copia e incolla del linguaggio renziano sui gufi contro coloro che dicono che non ce la farà (“Fantasyland” by Bloomberg).

Ma anche un discorso sensato sui cambiamenti epocali annunciati per l’industria dell’auto, in tempi di connessione perpetua e di guida autonoma: sarà una “traversata nel deserto” e non sarà così facile come alcuni suoi concorrenti la raccontano. Cautela su cui concordo con lui (per una volta).

La vera novità della conferenza stampa è stato John Elkann, detto Jaki. Il quale, per la prima volta da quando è presidente, è intervenuto spesso, prendendosi la parola senza aspettare di essere interpellato e non lasciando il solito campo libero al suo amministratore delegato. E’ cresciuto anche lui, evidentemente, e quanto dovrà crescere se è vero che Marchionne lo abbandonerà a fine 2018. Non è mai troppo tardi.

ps Per la cronaca: Marchionne ha anche detto che Magneti Marelli non sarà venduta per fare cassa perché “fondamentale” per lo sviluppo di tecnologia per il gruppo “nei prossimi 4 o 5 anni”. E che, entro il 2020, la tecnologia ibrida plug in all’esordio sulla Chrysler Pacifica (con ritardo sulla concorrenza) sarà disponibile su “oltre il 50% della produzione Fca”. A cominciare dalle Maserati. Di nuovo, non è mai troppo tardi.

Commenti
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    Entro il 2018… entro il 2020… faremo… vedremo… chissà se anche stavolta non s’inventerà delle scuse per rinviare tutto, che so, roba tipo “le miniere di rame in Papua nuova Guinea sono in crisi, quindi niente PHEV in Europa”
    Un qualsiasi presidente con un minimo di polso l’avrebbe cacciato già a pedate.

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