Ghosn e Marchionne se le sono suonate al Detroit Auto Show. In senso figurato ovviamente, parlandosi a distanza. Il motivo del contendere, a dire la verità uno dei pochi a dividere realmente i due, è l’auto elettrica. Di Marchionne conosciamo ormai bene il pensiero ribadito anche qui a Detroit: “Nessuno nel nostro settore è capace di guadagnare un solo dollaro su una vettura ibrida o elettrica”. E ancora: “Il traghettamento da dove siamo ora al mondo futuro deve essere fatto con la dovuta cautela per non innamorarsi di una soluzione che poi potrebbe portare a conseguenze finanziarie non gestibili”.
Questa volta però Carlos Ghosn gli ha risposto a stretto giro, qualche stand più in là. Prima la doverosa precisazione: “Il bello dell’industria automobilistica è che ognuno ha le sue idee”. Della serie, tutti allenatori di pallone al bar dello sport. Poi l’attacco: “Qualcuno pensa che l’elettrificazione sia qualcosa destinata al futuro, in realtà non si è accorto che è già il presente”. O anche il passato, dato che Ghosn questa scelta l’ha fatta ormai 5 anni fa ed è arrivato alla terza generazione della Leaf con l’intenzione di “mantenere la leadership sull’auto elettrica”. Segno che la situazione, anche finanziariamente parlando, è più che gestibile. Anzi.
Senza per questo però cercare una sponda verso i governi europei: “Negli anni scorsi in Europa con gli incentivi si è riusciti a far decollare, spesso anche senza ragione, le vendite delle vetture diesel, ora si dovrebbe fare altrettanto per quelle elettriche”. Ditelo a Marchionne. O no?
Beh, seppur con ritardo mostruoso rispetto alla concorrenza, la nuova Pacifica è anche ibrida. Il problema è che in Europa dovranno comunque accontentarsi della a Panda a GPL, e il grande filosofo ha già proclamato Alfa e Maserati come nuovi alfieri dell’alimentazione benzina/elettrico…
Chissà cosa s’inventerà stavolta per rinviare tutto. La crisi delle miniere di rame in Papua Nuova Guinea?