Da quando è stato annunciato il ritorno in Italia dell’ingegner Roberto Fedeli, gira la battuta che sia l’unico in grado di sviluppare vetture ibride per Fca, dal momento che LaFerrari (una sua creatura, ma a chi è venuto in mente un nome del genere?) è il solo modello ibrido prodotto dal gruppo. Almeno fino a un mese fa, quando a Detroit è stata presentata la Chrysler Pacifica.
In realtà, Fca ha bisogno al più presto di vetture ibride (vedi post precedente), ma il ruolo affidato da Sergio Marchionne a Fedeli – Chief Technical Officer per Alfa Romeo e Maserati – va ben oltre l’esigenza di ridurre le emissioni.
L’originale approccio degli skunk works, fortemente voluto da Marchionne (notoriamente insofferente alla rigida disciplina dei processi di product development di tedeschi e giapponesi), non sembra aver funzionato e il management è stato costretto a un rinvio del lancio dei nuovi prodotti. Ciò vale soprattutto per la Giulia, che addirittura non avrebbe passato i crash test interni.
Un esito ampiamente prevedibile, secondo alcuni addetti ai lavori; si dice che al team, composto da persone non tutte dotate di adeguata esperienza, sia stata data l’indicazione di acquistare decine di auto della concorrenza e di selezionare le migliori componenti di ciascuna di esse.
Pare che da questo sofisticato esercizio di benchmarking sia emerso che l’unica macchina che valesse qualcosa fosse la Bmw Serie 3, alla quale peraltro i designer della nuova Giulia si erano già liberamente ispirati.
Non deve dunque sorprendere che Fedeli, proveniente da 16 mesi passati in Bmw dopo 26 anni in Ferrari, sia stato richiamato. Toccherà a lui l’ingrato compito di mettere a posto le cose, recuperando il tempo perduto.
Si tratta indubbiamente di un segnale forte per Harald Wester, l’ineffabile ingegnere tedesco ceo di Alfa e Maserati e capo dello sviluppo prodotto per tutti i marchi del gruppo, a cui formalmente Fedeli riporterà. La scelta di Fedeli lo esclude definitivamente dalla lista dei candidati alla successione di Marchionne, il quale non da oggi sembra preferirgli altri direct reports come Ketter, Palmer, Gorlier e Manley.
Insomma, se davvero la missione di Alfa e Maserati è di rimpiazzare Ferrari (nel frattempo passata da mezzo miliardo di attivo a due miliardi di indebitamento) nel portafoglio di Fca per accrescerne il valore, c’è molto da fare. E dunque a Fedeli facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.
“Liberamente ispirati” !?!?!?
Diciamo che hanno copiato in modo spudorato.
http://imgur.com/a/mOObD
Che poi già tutta la storia degli skunk works e dei loro capannoni fantasma segretissimi, manco fossero bunker della CIA, mi ha sempre puzzato alla grande.
Intanto a Cassino è ancora tutto fermo, e dovevano iniziare a novembre scorso… I pezzi arrivano, dicono loro, però di assemblarli non se ne parla, a quanto sembra.
Da almeno due anni chi accusava Marchinne di essere un illusionista coi suoi piani triennali a base di slide era visto come un comunista clone di Landini. Queste notizie accendono una luce poco simpatica sul futuro del gruppo, altrettanto negative quanto il tira-e-molla dell’accordo con Uaw negli Usa. Episodio su cui è calato un silenzio di tomba.
Un vero peccato: Marchionne era partito bene e, proprio per la Bravo, aveva fatto scelte di rottura indovinate in fatto di sviluppo e produzione. Ma poi la bulimia ha avuto il sopravvento.
[…] avevamo previsto in questo post dello scorso febbraio, Harald Wester da martedì non è più il capo di Alfa Romeo e Maserati. Gli subentra Reid Bigland, […]