Come nei “Tre moschettieri” di Alexandre Dumas, i cavalieri in corsa per la successione a Sergio Marchionne come amministratore delegato di Fca sembrano essere in realtà quattro. E come nel celebre romanzo francese ai tre protagonisti, che nel caso Fca sono i notissimi Alfredo Altavilla, capo di Fca Emea; Mike Manley, responsabile della Jeep e Richard Palmer, direttore finanziario del gruppo, si è aggiunto un outsider: Pietro Gorlier, che da qualche anno guida il comparto componenti del gruppo (a partire da Magneti Marelli) e  la Mopar, gallina dalle uova d’oro che si occupa di accessori, ricambi e assistenza ai clienti Fca.

La  “candidatura” di Gorlier non è un inedito assoluto. Ne ha parlato per primo Lepouquitousse su questo blog, ne ha scritto pochi giorni fa il giornalista americano di Autonews.it e grandissimo esperto di Fca, Larry Vellequette, in questa lunga elegia di Marchionne.

Ciò nonostante Gorlier resta un oggetto misterioso anche fra gli addetti ai lavori. Sindacalisti e fiattologi interpellati spesso ne hanno a malapena sentito parlare e pochissimi lo conoscono di persona. Le sue interviste (quasi tutte in inglese) si contano sulle dita delle mani e sono tutte di carattere “tecnico” , centrate sull’importanza crescente dei servizi al cliente. Tema poco sexy. A malapena si riesce a sapere che ha 55 anni e che ha moglie e figli. Colpisce il suo Dna piemontesissimo, i cui tasselli sono un master in Economia conseguito a Torino e  un avvio di carriera nel 1989 nei servizi commerciali della Iveco.

Gorlier del resto non ha perso il suo accento piemontese incastonato in uno splendido inglese perfezionato dalla lunga permanenza in America. Il manager infatti lavora a Detroit fin dal giugno del 2009, quando Marchionne avviò l’avventura americana  portandolo con sé assieme ad una pattuglia di ingegneri italiani per affidargli  la Mopar, ovvero la storica società Chrysler specializzata nella personalizzazione delle auto.

Gorlier ne ha allargato di molto le prospettive, affidando a Mopar anche l’assistenza al cliente, canali web compresi. Con risultati lusinghieri: l’anno scorso il 98% degli acquirenti Jeep ha acquistato almeno un accessorio Mopar., E anche la Fiat 500 è un’auto nella quale molti automobilisti infilano qualche tocco personale sfornato dalla società americana. Negli ultimi anni la rete Mopar si è allargata a 150 mercati con una cinquantina di centri logistici presenti in 27 paesi.

Dunque nel mondo Fiat, e soprattutto nel cerchio magico di Marchionne, Gorlier è tutt’altro che una pedina di secondo piano tant’è che dal 2011 fa parte del Gec, il General Executive Council, che raccoglie la ventina di manager più importanti di Fca. Dal  2015 il manager piemontese ha acquisito anche la responsabilità delle aziende del gruppo che producono componenti d’auto, a partire da quella Magneti Marelli che dovrebbe essere scorporata da Fca nei prossimi mesi a fare da base industriale per l’ennesima operazione di creazione di valore finanziario nelle quali Marchionne non ha rivali.

Complessivamente nel 2017 i “Componenti Fca” hanno fatturato oltre 10 miliardi di euro con un margine del 5,3% dell’ebit adjusted cresciuto del 20% sul 2016.

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