A leggere le ultime trimestrali dell’auto – da Stellantis a Volkswagen – viene tristezza, come quando sbircio per una antica ossessione la certificazione Ads mensile sulle vendite dei quotidiani. Disastro su tutta la linea: calo dei fatturati formalmente per la crisi dei chip, calo delle vendite formalmente per mancanza di acquirenti di giornali di carta. Old economy che naviga a vista alla ricerca di un modello di business da new economy. L’avverbio? Decidete voi se superfluo o pour cause.

Mi diverte invece che FlixBus abbia comprato Greyhound. Per chi non lo sapesse, Flixbus è una società di trasporti di bus low cost nata nel 2013 da tre universitari tedeschi di Monaco che s’inventano un’alternativa più economica di treni e aerei senza avere la proprietà dei mezzi. Una volta ho preso un loro bus verde e arancione da Salisburgo all’aeroporto di Monaco, servizio ottimo, peccato che il risparmio sul prezzo del biglietto l’abbia bruciato dimenticando a bordo un iPad…

FlixBus ha comprato per 148 milioni di euro la rete americana di Greyhound, un pezzo di storia americana, linea di bus che nata in Minnesota nel 1914 ha fatto scoprire il Paese a valanghe di persone e creato un immaginario che va da Jack Kerouac al cinema. I ragazzi tedeschi se la sono accaparrata per quattro spiccioli. FlixBus vale circa 3 miliardi di euro, solo nell’anno in corso ha trovato 650 milioni da investitori, di andare in borsa non se ne parla.

FlixBus e Greyhound è una storia da new economy che si mangia la old economy in salsa geopolitica: è l’Europa che fa shopping in America. E’ come se Tesla, che oggi vale mille miliardi di dollari, venisse da noi e si comprasse per esempio Renault, che in borsa vale poco meno di 10 miliardi di euro, quattro spiccioli per un simbolo europeo di cultura della mobilità. Tesla potrebbe comprarsi senza sforzo anche Ford, che vale solo 62 miliardi di dollari pur con lenti segnali di ripresa, ma vuoi mettere la salsa geopolitica?

La verità è che gli ormai ex universitari tedeschi (o ricchi fuoricorso) fanno quello che a Elon Musk, con la sua perenne aria da studente fuoricorso (ricchissimo), non serve più. Che ci farebbe Tesla con le strutture pachidermiche di Renault (o di Ford) quando il suo modello di business leggero e tech – dato per spacciato più volte dai rivali come da molti analisti – è oggi vincente?

A rileggere certe pagine invece di tristi trimestrali, Kerouac ci aveva anticipato tutto su come sarebbe andata a finire con Musk: “Si può sempre andare oltre, oltre – non si finisce mai”.

@fpatfpat

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