John Elkann detto Jaki, presidente di Stellantis, batte un colpo. Non è nel suo stile, ma morettianamente questa volta ha deciso di esserci per farsi notare di più. Non solo perché è l’azionista di maggioranza con Exor, ma perché dal 2 dicembre a Stellantis manca l’amministratore delegato, dopo le dimissioni di Carlos Tavares. La successione, annunciata genericamente “entro il primo semestre dell’anno”, potrebbe essere dopo il 26 febbraio – presentazione dei non buoni risultati 2024 per i quali il colpevole è già finito alla gogna – e non oltre il 15 aprile, quando si riunirà l’assemblea dei soci. I mercati attendono.

Elkann cerca un nome dal cilindro al posto di Tavares, anche se a decidere l’amministratore delegato dovrebbe essere una maggioranza francese, se non altro perché è la stessa che al quartier generale di Parigi finora ha governato. Exor detiene il 15,16% di Stellantis, la famiglia Peugeot ha il 7,56,%, lo stato francese attraverso BpiFrance il 6,50%, cui vanno aggiunti per bandiera tricolore con l’azzurro al posto del verde il 3,29% di CPR Asset Management e l’1,84% di Amundi (che controlla CPR). Il prescelto troverà grossi guai. In estrema sintesi, c’è da rimettere in carreggiata la macchina da soldi nordamericana, all’ombra di Donald Trump, e 14 marchi da rivedere, di cui almeno tre piuttosto malmessi e un altro, il più prestigioso, forse già in vendita per deficit di gestione. Un lavoro che non prevede di fare prigionieri.

In questa vacanza di potere, Elkann ne ha approfittato per pesare di più e cambiare diversi top manager, spingendo qualche italiano più in alto e mettendo da parte qualcuno fra i più vicini a Tavares, come Yves Bonnefont dal software o Linda Jackson da Peugeot. Mani in pasta, malgré soi. Ma per farsi davvero notare di più, ha fatto brillare la sua nuova poltrona nel consiglio di amministrazione di Meta con Bill Gates e soprattutto il vis à vis con Trump. Segnali inequivocabili di una certa reputazione in America, e non solo. Segnali che immagino perfino Giorgia Meloni abbia colto, dopo la guerra fatta dal suo governo a Stellantis. Cui sono seguiti l’armistizio senza più Tavares e l’annuncio che il top manager sarà in audizione in parlamento il 19 marzo.

Nella ricerca di un amministratore delegato, Elkann dovrebbe aver fatto ricorso, almeno in prima battuta, ai classici cacciatori di teste. Che in genere propongono uno del business e uno che col business dell’auto non c’entra niente, o quasi. Nessuno mi toglie dalla testa che Elkann preferirebbe la seconda soluzione, essendo manager più dentro a intelligenza artificiale e software – i veri affari di oggi – che all’automobile. O per dirla con la cattiveria di Carlo De Benedetti, un altro che come Jaki è sempre stato chiamato Ingegnere: “Elkann non ha mai fatto il capo della Fiat. Il suo lavoro è fare soldi”.

Una persona vicina a Elkann non mi nasconde che al presidente di Stellantis piacerebbe un ceo proveniente dall’America. Del resto, le relazioni internazionali sono il suo pane quotidiano e gli Stati Uniti il suo salotto di casa, oltre a valere tre volte il fatturato di Stellantis Francia e Italia messe insieme.

Insomma, contaminazioni da altri mondi. Elkann ha già fatto con successo questo tipo di operazione alla Ferrari con Benedetto Vigna, raro esempio di amministratore delegato proveniente dal tech. E poi portando dentro al progetto della prima elettrica Jony Ive, l’ex capo designer inglese di Apple e ora autore non dichiarato e non dichiarabile del nuovo modello a batteria di prossima presentazione, nonostante il capo del centro stile sia l’ottimo Flavio Manzoni, uno che in 15 anni non ha mai sbagliato una rossa. La Ferrari però non è Stellantis: lì non ci sono soci ingombranti.

Lo stile di Elkann mi ricorda quanto un acuto intellettuale americano come Gore Vidal scriveva del potere: “Giulio Cesare e il suo erede Ottaviano ebbero l’accortezza di mantenere intatte le antiche istituzioni della Repubblica romana pur cambiando interamente il sistema di governo”. E’ vero che i Romani dominarono Lutetia, ma non so se a Parigi i francesi lo permetteranno a Jaki per Stellantis, innamorati delle parole del Re Sole: “Tutte le volte che assegno una carica vacante, creo cento scontenti e un ingrato”.

@fpatfpat

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