Confesso che quando ho visto John Elkann e Luca de Meo su Le Figaro per una intervista congiunta, ho subito pensato: chi è il gatto e chi è la volpe? Che stanno a fa’ sti due? Mi sono sentito un po’ Pinocchio, e quindi scrivendo le prossime bugie ho cercato di capire se mi stessero fregando. Poi mi sono ricordato che per de Meo è stata una replica di quanto fatto a Le Parisien nell’ottobre del 2021 con l’allora parigrado di Stellantis, Carlos Tavares. Stride che lo faccia oggi con Elkann presidente di Stellantis e non con l’amministratore delegato. Che ancora non c’è, Elkann lo sta cercando da sei mesi, comportandosi per altro da imprescindibile amministratore delegato del gruppo.
Elkann e de Meo, il gatto e la volpe o la volpe e il gatto, vai a capire. Anche se non vorrei suonasse offensivo, perché nessuno dei sue si è finto zoppo e cieco nell’intervista, mirata a dare un allarme sul destino dell’industria dell’auto europea. Minacciata, nelle loro parole, da scelte come il bando delle endotermiche dal 2035, da regolamentazioni troppo stringenti sulla sicurezza, da troppe norme di Bruxelles scritte in Germania, dall’assenza di protezionismo in cui gli altri, dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Corea del sud all’India, sono cattivi maestri.
Domande da Pinocchio. Tipo: se Elkann si è esposto con il suo peso specifico che non avrebbe subito il prossimo amministratore delegato di Stellantis, vuol dire che la nomina è in arrivo a brevissimo: ma non suona sconveniente apparecchiargli la tavola? Elkann teme che il mercato europeo si dimezzi entro dieci anni e de Meo sottolinea che non sono stati recuperati i livelli di vendita pre-Covid: ma hanno contezza di cosa succede nelle nostre città ed Elkann non sa che in Italia l’anno scorso le auto sono aumentate di quasi mezzo milione (dati Aci)? Perché insieme hanno accusato la Germania di pastetta a Bruxelles – cosa in larga parte vera quanto nota da sempre – proprio nel giorno del nuovo governo a Berlino? C’era bisogno di farsi un altro nemico di questi tempi? Che segnale è dire l’Europa dell’auto sta scomparendo, nel pieno di tensioni geopolitiche mondiali che rischiano di schiacciarci a prescindere dall’auto? A Elkann forse serviva questo allarme, visto le maggiori difficoltà di Stellantis, ma a de Meo?
Un saggio Geppetto noterebbe di buono una cosa: Elkann e de Meo sembrano lasciar intravedere una possibile collaborazione industriale tra i due gruppi a partire da quello che sanno fare meglio, le auto piccole (elettriche o anche no). Nessuna fusione, come quella trattata a suo tempo da Carlos Ghosn, ma un passo avanti sulla scia di quell’Airbus dell’auto evocato dall’amministratore delegato del gruppo Renault. Magari parlando la stessa lingua italiana del prossimo ceo di Stellantis (rumors). In ogni caso, significherebbe avere più risorse per uno sviluppo condiviso, idea fin qui snobbata soprattutto dai tedeschi, e per far fronte alla concorrenza cinese, con cui per altro entrambi si sono alleati, Stellantis con Leapmotor e Renault con Geely. Forse vorrebbero un intervento della Fata Turchina, ma il naso mi si allunga e qui mi fermo.