E’ ufficiale: Fca si è accordata con Google per sviluppare insieme l’auto a guida autonoma. Il primo mette la scatola, il secondo il cervello. Google ha confermato subito dopo la chiusura di Wall Street (ore 22 in Italia) la notizia che FCA aveva spifferato in Italia 24 ore prima.

I contorni dell’accordo: Google lavorerà insieme agli ingegneri di FCA su 100 Chrysler Pacifica, il nuovo minivan ibrido presentato in gennaio al Salone di Detroit, per “accelerare i nostri sforzi nello sviluppo della self driving car”. Il senso dell’accordo: ognuno ha bisogno dell’altro per condividere costi e capacità. Per provare a fare business in un mondo a quattro ruote che, dopo più di cent’anni, non sarà più quello conosciuto. Entrambi avranno mano libere per ulteriori accordi con altri partner, FCA ne ha bisogno.

Oggi Marchionne è come Ranieri: ha vinto il campionato del Premier self driving avendo a malapena i soldi per iscriversi e giocando con quello che aveva. In Champions sarà un’altra cosa anche per il manager, ma intanto gli allibratori dovranno sborsare circa 12 milioni di euro per pagare quei pochi che avevano scommesso sul Leicester vincente,

Non Fca e Google, ma Fca e uno dei giganti del tech. Qui dentro, l’avevo detto l’anno scorso al mio Socio e a Lepouquitousse via mail (scripta manent) che Marchionne poteva farcela per primo in questa corsa a nuove alleanze, spinto dagli schiaffi presi da Mary (Barra). Peccato non aver scommesso con i soliti inglesi.

Fca e Google è uno scalpo per Marchionne. Da esibire alla concorrenza e alla montagna di critici (come chi scrive) sulla sua gestione del business dell’auto. E’ la conferma che è un grande deal maker.  Ma anche di quanto scriviamo a più voci su questo blog, per altro in qualificata compagnia internazionale: del prodotto a lui frega davvero poco. Affidare a Google il cuore del nuovo business di domani significa abbandonare il vecchio business di ieri dell’auto, che da prodotto a basso margine diventerà scatola con software altrui.

Fca e Google, per Marchionne è un modo per uscire dal business – fingendo di restarci – elegante e moderno. E non è un caso che proprio lui abbia bruciato la concorrenza: negli anni ha puntato sulla finanza riducendo al minimo gli investimenti su ricerca e sviluppo, comprandosi piuttosto la Chrysler e salvando la Fiat con i soldi di Obama e soddisfacendo con dividendi gli azionisti.

Dopo questa prima intesa tra Fca e Google, Marchionne sorpassa i concorrenti che sviluppano l’auto a guida autonoma da soli.  Domani – per l’auto, per Fca, per il resto del mondo – sarà davvero un altro giorno.

Chapeau al passaggio di una Chrysler (Pacifica, che si guiderà da sola). E al suo conducente invisibile, che non è (soltanto) un software.

Commenti
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    Ammazza che articolo di parte, caro Paternò.
    Ma almeno lo sai che Google prima di fare l’accordo con Marchionne fu presa a schiaffi prima da GM e poi da Ford? Esattamente come il tuo nuovo idolo maglionato è stato preso a pernacchie proprio da Mary Barra.
    La figura migliore (da vincente se preferisci) in tutta questa faccenda della guida autonoma (e non solo) la fa proprio chi sa sviluppare la tecnologia da sè, non chi chiede in elemosina partnership e fusioni a destra e a manca…

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    Sono sempre di parte, caro ILKonz, ma sugli “schiaffi di Mary” sarebbe bene che avessi letto con più attenzione il post. Grazie cmq della verve polemica, segui su CB dibattito a breve con altri pezzi

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    Ti chiedo sinceramente scusa per l’approccio un pò troppo aggressivo del mio precedente post.
    Ma comunque…
    In una recente intervista al Washington Post, John Krafcik, ha affermato: “Stiamo solo parlando di Google ed FCA che costruiscono insieme 100 auto. Stiamo ancora parlando con molte altre case automobilistiche. Siamo molto aperti su questo tipo di tecnologia e sui problemi che vogliamo risolvere insieme”. In realtà, pare che Google avesse già sottolineato che con Fiat Chrysler non avrebbe messo in comune la tecnologia delle auto “rivoluzionarie”. Non solo: è ancora da definire il momento esatto in cui le vetture verranno introdotte nel mercato globale e Google ha fatto anche sapere di avere “la responsabilità di andare sul mercato non appena i dati a nostra disposizione diranno che le nostre auto sono migliori dell’attuale e difettoso sistema con guidatori umani”.
    Parola di Krafcik.
    Si attende la replica di Marchionne.

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    Capisco che gli stessi fatti possono essere letti in modi molto diversi e che i risultati si potranno vedere solo dopo anni, ma la conclusione dell’articolo è un mix di accuse sostanzialmente gratuite.
    Non vedo al momento come un accordo simile, la cui portata sarà tutta da verificare, possa disimpegnare dall’automobile un’azienda che produce solo quello.
    In secondo luogo, lo dicono i dati che i soldi in ricerca e sviluppo in FCA sono gestiti col contagocce e con continue variazioni a seconda dei cambiamenti del mercato, ma dire che Fiat è stata salvata dai soldi di Obama è pura finzione. La parte italiana di FCA non ha potuto usufruire nemmeno degli introiti della divisione americana fino a pochi mesi fa nonostante essa sia stata una sua controllata e oggi appunto una semplice divisione della stessa azienda.
    Tra l’altro, i soldi prestati dai governi americano e canadese sono tornati a casa appena due anni dopo il takeover di Chrysler (nel 2011), quando Marchionne preferì un debito con le banche rispetto a quello con il Tesoro americano, meno vantaggioso da sostenere. Non un cent di dollaro dalle tasche dei contribuenti americani ha attraversato l’Atlantico. Giustamente aggiungerei.
    Poi che Marchionne sia uno che naviga a vista e che l’azienda non abbia quell’afflato green e innovativo che questo blog e molte persone, me compreso, auspicherebbero è innegabile, ma da qua a dire che non vi è alcun interesse per il prodotto mi sembra che il passo sia lungo.
    E a dirla tutta, un minimo di attenzione ai risultati economici può fare solo bene in un’industria, quella automobilistica, che ha fatto per decenni scelte finanziariamente scellerate bruciando enormi quantità di denaro privato e, ancor peggio, pubblico.

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    Onestamente credo ci sia un errore di fondo, ossia pensare che la guida autonoma sia un futuro a medio/ breve termine, ma non è cosí. Chiedete a qualsiasi adolescente se vorrà guidare da solo la propria auto o affidarsi a un computer. La risposta è scontata. La guida autonoma sarà utilissima per i trasporti a lunga distanza sui mezzi pesanti, per supportare gli autotrasportatori e ridurre gli incidenti. Per ora cmq è solo marketing, immagine. Inoltre che siano necessari investimenti di miliardi e miliardi di euro neanche si dovesse progettare una astronave per andare su Marte…anche questo è eccessivo….basti pensare a Vislab di parma acquisita per 30 milioni di euro…servono idee, e ingegneri che le sviluppono in sintonia con le università. Mi sembra che il focus per qualsiasi industria sia la redditività sul capitale investito… se puoi fare le panda a 10.000 euro eletteiche e guadagnarci… le devi fare. Ma parlare di auto elettriche ad un costo di 10.000 euro superiore a quelle attuali è un non sense. Più realistico appare il discorso dell’ibrido e a medio termine ( 10-15abni) dell’elettrico.

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